venerdì 11 marzo 2011

PIETRO BARTOLINI- PER COSTA

PIETRO BARTOLINI




Pietro Bartolini è stato allievo di Costa al MIM di Firenze. Si è diplomato alla Bottega teatrale di Vittorio Gassman. Vive a Firenze. Si occupa  di didattica teatrale , ricerca e regia. Uno dei più importanti allievi fiorentini del Maestro, con Marco Giorgetti- manager responsabile del Teatro Della Pergola e Alessandra Niccolini. 
Musicista professionista, è direttore dell' Accademia nazionale d'arte. E' professionista di  fonica e tecnica vocale


- a breve nel mio volume in uscita sul maestro Orazio Costa




Io utilizzo nella regia il progetto di Orazio Costa denominato ARSUNA progetto che lui aveva ideato per un istituto di unificazione delle pedagogie artistiche. Non mi occupo tanto della didattica infatti nella scuola che dirigo l'Accademia teatrale di Firenze chiamo degli insegnanti specifici come Alessandra Niccolini, ma io non lo insegno. Mi sono formato con Costa al MIM con Marco Giorgetti, però loro hanno continuato io ho optato per un altro tipo di utilizzo della metodologia mimica, quello della ricerca, secondo l'idea che Costa aveva, non solo mi sono occupato di teatro- io nasco musicista incominciando a sette anni col clarinetto suionando al Comunale alla Pergola, nelle orchestre giovanili..Con Costa ho iniziato a 17 anni e ho studiato con lui per quasi tutti gli anni Ottanta e mi sono occupato in particolar modo della regia delle direzione artistica pur avendo avuto circa quindici anni di carriera professionale come attore nelle compagnia primarie e quindi ho lavorato sia con registi italiani che stranieri però mi sono sempre più alla didattica e alla ricerca. Ho applicato il metodo Arsuna perchè la metodologia mimica si pone come punto essenziale di unificazione non soltanto della pedagogia musicale, pittorica, o di qualsiasi arte ma è fondamentale come punto di unione, di fusione e di accordo. Il problema della corrispondenza delle arti lo si può risolvere soltanto se viene preso in considerazione l'impulso mimico e quindi anche la mimica come un concetto. Nei miei studi mi sono allargato un pò di più risalendo a Engels ( ?) ai lavori dei teorici della mimica tedeschi alla fine dell'Ottocento. Alla stessa accademia russa che agli inizi del Novecento già faceva degli esercizi mimici in gran parte simili a quelli che in seguito si inventò costa però lui ha avuto questa intuizione geniale che già Wagner aveva prevista nell'opera d'arte dell'avvenire cioè che l'unica possibilità per lo sviluppo delle arti è che ogni arte si apra attraverso la mimica alla diffusione ideale. Per quanto riguarda poi la didattica, la potenza formativa della liturgia mimica anche se io ho sempre visto la mimica, come giustamente Costa la chiamava un avviamento all'espressione ma dal punto di vista della tecnica attoriale soprattutto della tecnica vocale ovviamente bisogna raggiungere quella capacità di introvertimento dell'impulso mimico in cui riuscire a far e con la voce con l'espressione le stesse cose senza più usare il corpo in maniera così globale e quindi di esperienza e come dato fondamentale nello sviluppo e nella crescita. Io non mi sono fermato a un aspetto della mimica con Orazio Costa, sono andato a curiosare nello scibile umano di quest'uomo straordinario, ho chiesto che mi istruisse sulla regia, ad esempio la prima volta che ho manifestato al mio maestro il desiderio di studiare a fondo le tecniche compositive della scena e anche della direzione degli interpreti, della realizzazione di uno spettacolo dopo – era la fine degli anni Ottanta, ho studiato lavorato tutti i giorni su quel programma non ho svolto neanche il cinquanta per cento. riequilibrare tutta l'energia che scatena lo studio della mimica e poi saperla utilizzare calibrare, che rimane come fattore di sperimentazione. ( segue)

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