giovedì 10 marzo 2011

ALBERTO ROSSELLI- PER COSTA

Alberto Rosselli, vive a Firenze. Ha studiato il Metodo con Costa in Accademia come allievo.  Regista. Ha insegnato. 
 Ho incontrato Alberto in un casolare bellissimo nella zona di  Bargino, verso Siena, dove viveva con la sua compagna  e  il loro bimbo Tommaso,  di cinque anni ,nell'ottobre inoltrato del 2008.


Visto che io avevo  avuto come insegnante  Orazio Costa in Accademia a Roma, applicare il Metodo altrove, mi fu detto, da una persona addetta all'assessorato alla cultura al teatro, era come vallo a chiedere ai democristiani, alla Chiesa. Il che era anche sbagliato perchè Costa era abbastanza libero in questo. Ma è stato individuato politicamente, in una certa maniera. E noi ne abbiamo pagato lo scotto.


Lui aveva la responsabilità di essersi un pò arroccato in una torre d'avorio. Oggi sappiamo bene quanto sia difficile. Lui ha sempre convissuto col paragone con Strelher. Solo che Strelher ha avuto  una grande  fortuna, l'essersi trovato Paolo Grassi come manager.

Costa, secondo me, ha sprecato alcuni anni, che lui avrebbe potuto dare agli altri , soprattutto ai giovani, consegnando ad allievi, mi ci metto anch'io,  la sua teoria, il suo  Metodo.
Ho riflettuto abbastanza in questo periodo su ciò.

Per esempio già nella parola metodo. Perchè secondo me non è un metodo.  Quanto al termine mimico poi è quanto di più sbagliato come uso, secondo me perchè ha creato e crea tuttora, sempre, un equivoco. Se lo hai tesaurizzato dentro di te , lo hai capito altrimenti...

-Un esempio attoriale costiano, per lei

-Gabriele Lavia

- Preferisce il termine Mimesico a Mimico?
- Come  le dicevo , se fosse stato usato il termine Mimesico, sarebbe stato diverso, e forse meglio. Mimico crea l'assenza. Ha creato un sacco di equivoci. Noi eravamo abituati al fatto che il metodo fosse Stanislawski. Qual'è secondo me, la grande differenza, al di là della forma. Il metodo Stanislawski è un metodo. Quello costiano, no.. Io ho frequentato per sei mesi a Roma , prima dell'Accademia- la Scuola di Fersen- che partiva da Stanislavski dove la psicologia contava di più, rispetto al lavoro teorico di  Costa.

Ho capito anche dopo che insegnavo il Metodo,  anche dopo i saggi che venivano realizzati, che erano un errore.

Costa non aveva capito il suo insegnamennto. C'era sempre un momento topico, in cui dalla gestualità, si arrivava alla parola. Sono un seguace degenere. Ci siamo scontrati. In Accademia era di un rigore.....mi ricordo le liti con l'attore Gianrico Tedeschi...

Aveva delle idee molto belle, però. Penso alla sua ipotesi di regia su Morte di un commesso viaggiatore.
Mio padre è morto 43 anni dopo che sono nato- mio padre era Nello Rosselli. Io sono nato il primo maggio- sa, quando ero attore, in Accademia, ero chiuso. Costa  mi disse – non hai avuto il sorriso di tua madre. Era vero era vero!
Mia madre ha tentato,  lei sentiva fortissimo il dovere di madre verso me- io ero il quarto dei suoi figli.
Amelia, la poetessa era mia cugina. Carlo, era mio zio, il padre di Amelia.

Ho avuto un rapporto conflittuale con Costa. Occasionale. Mi ero trovato meglio con Sergio Tofano. Forse ero più portato a quello che avevo studiato prima, come il metodo Stanislavislaski.

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